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Oltre gli articoli mi piace scrivere piccoli esperimenti: racconti, testi di teatro, soggetti e sceneggiature cinematografiche, poesie e pensieri.

Progetto Gustami – esperienza multisensorialeCampo di fragole per sempre da leggere ascoltando “Strawberry fileds forever” de The Beatles  e possibilmente mangiando fragole.

E’ così difficile. Una musica qui intorno. Sono in un campo di fragole o le fragole sono irreali? Quando siamo bambini tutto è irreale, la vita è un’altra cosa. E’ tutto un’incomprensione. Sono in un campo di fragole a giocare, guardo gli altri bambini vivere ma stanno peggio di me perché sono rinchiusi là dentro, dentro una gabbia, dentro un orfanotrofio. Non hanno né parenti né genitori, forse hanno già capito quanto sia dura la vita. A volte la vita è come una fragola, come un campo che viene preso d’assalto da uccelli che mangiano lo zucchero, che mangiano i frutti. E allora la vita da bambino è solo un sogno, è solo un momento in cui tutto è bello, troppo bello,  in cui le fragole sono ancore rosse e non mangiucchiate. Ma ci sono bambini che mangiano fragole già marce. Ci sono bambini che non assaggeranno neanche una fragola per tutta la vita. Altri invece che non le vedranno mai. Altri ancora che non sentiranno mai questa musica.
Quando sei bambino tutto è così emozionante e tutto sembra che sia così eterno. E non sai che ci sono bambini che già alla tua stessa età sono privi della loro infanzia. Quando sei piccolo pensi che tutto sia sicuro. Ci sono mamma e papà che ti proteggono. Pensi che tutto sia così maledettamente vivo, così forte, così intenso. Pensi che sia tutto così maledettamente reale. La vita durante l’infanzia scorre, non c’è un ieri e nemmeno un domani, la vita è oggi, è adesso, è questo gioco, è questa avventura. Niente per cui stare in attesa, niente per cui stare in angoscia, niente ti tocca, se non un’emozione. La vita dei bambini sembra un gioco, è tutta un’irrealtà. Ma non è così. La vita te lo farà capire, la vita di darà una lezione di vita.

Così io, adesso, sto in un campo di fragole già per metà roso dal tempo e non so chi sono. Sono una fragola o un albero? Sto in alto ma nessuno mi vede o forse nessuno mi capisce? Sono troppo stupido o troppo intelligente? Perché vedo cose che nessuna sembra vedere, capisco cose che nessuno sembra capire. Sono sopra un albero a mangiare fragole che si marciscono tra le mani. In fretta devo mangiarle, prima che ingerisca qualcosa di non sano. In fretta prima che qualcuno mi veda e ne voglia anche lui. Sono seduto su questo albero, solo, per capire me stesso, per ritrovarmi. Sono qui e vedo il campo di fragole dall’alto, sembra ancora bello. O forse è solo mia immaginazione? Non riesco più a distinguere la realtà, è così piena di ipocrisia. Ma chi sono io e cosa penso? Che cosa sta succedendo a questo a mondo? E’ così pieno di cattiveria. Ed io sono cattivo o buono? Non lo so più. Scorgo fragole che muoiono mentre faccio queste riflessioni negative, che il campo sia la mia anima? Che le fragole siano le mie emozioni che muoiono sempre di più, giorno dopo giorno perché non mi ascolto, non mi sento. Ma mi sono mai sentito veramente? Chissà, forse no. Come mai non mi sento? Questo mondo sembra urlare più forte di me, più forte della mia anima. Sembra che mi voglia sopraffare. Io singolo individuo sembra che perda la mia forza davanti ad un mondo così crudele. Non riesco ad imporre la mia personalità, il mio pensiero, le mie qualità che apporterebbero al mondo un tocco di bellezza, lascerebbero un segno positivo ai posteri. Questo sembra tutto così irreale. Ehi ma tutto è irreale, così come quando ero bambino. Ma allora quand’è che ho conosciuto la realtà? Quando è che l’ho vissuta veramente? A questo punto non lo so più. Forse la realtà è come un campo di fragole che deve essere raggiunto. Forse attraverso una camminata nell’anima, alla scoperta di me stesso e del mondo che mi circonda. Attraverso l’abbattimento di certe barriere, di certe maschere, di certe credenze, di certi atteggiamenti. Attraverso pensieri positivi, riflessioni costruttive,  attraverso la speranza, ma anche l’illusione, che una fragola non marcisca mai.

La musica sembra quietarsi, un strano silenzio, che sia il silenzio della mia anima? Che sia il silenzio che ho cercato per non sentire l’urlo della mia inquietudine e della mia inadeguatezza? Forse un silenzio che hanno tutti dentro e al quale bisogna dare voce per raggiungere la realtà. Forse devo iniziare a muovermi e ad aprire la bocca e a far uscire le parole come se fossero un fiume in piena. E magari aprire anche gli occhi per far scendere lacrime che siano di gioia o di tristezza, non importa, sono emozione. Ma ecco che ritorna la musica, è uno strano rumore che mi fa tornare indietro con la mente quando c’era un campo di fragole, c’era, adesso non c’è più ma forse un giorno tornerà e comunque c’è chi il campo di fragole non lo ha mai visto, forse mi accontento così.

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ALTRI TESTI

Soggetto e sceneggiatura corto: Shocking;
Soggetto film: Il linguaggio del cuore (stralcio);
Testo teatrale: Non grazie, non fumo (stralcio);
Racconto in livornese: Uno al Culo (stralcio);

Tutti i testi sono coperti da Copyright © Isabella Bonciani

Altri scrittiultima modifica: 2020-04-24T09:18:38+02:00da isabellalivorno